Palpiti di gusto che riattivano i sensi o meglio, cibi dell’anima, come le celebri Madeleine, immortalate nella storia della letteratura mondiale da Marcel Proust. Li chiamano “soul food”, piatti che scaldano istantaneamente il cuore, ricette avvolgenti che gratificano l’ego di chi le cucina e di chi le consuma.
Creazioni gastronomiche ma anche semplici e tradizionali specialità, diventate oggi sempre più slow e a km0.
Una tendenza che ha fatto capitolare persino i più golosi e calorici fast food nati oltreoceano, nobilitati dall’Olimpo degli chef e rieditati in chiave salutare e stellata.
A partire dall’acclamato chef danese René Rezdepi che, dopo il successo ottenuto dal “Noma Burger”, l’hamburger gourmet anticrisi (servito a prezzi mini e a domicilio durante il lockdown), ha lanciato Popl, un nuovo locale che reinterpreta umili piatti popolari e comfort food in versione haute cuisine nel cuore di Copenhagen.
Fumanti stufati di manzo alla Guinness, alghe gourmet ma anche croccanti fish & chips d’autore: la cucina irlandese esalta le sue umili origini, sperimentando sapori, tramandati di generazione in generazione, e accostamenti audaci.
Come nel rinomato Cliff at Lyons, elegante hotel nella brumosa campagna di Kildare. Un romantico relais, con tanto di roseto e colombaia, che custodisce al suo interno il ristorante stellato Aimsir, gemma della ristorazione dove si serve il tradizionale soda bread con farina integrale e bicarbonato di sodio. Inebriante miscela che, fin dalle prime luci dell’alba, riaccende memoria e sorrisi di turisti e abitanti del luogo.
Aromatiche e cremose tentazioni che affondano origini e ricette nella notte dei tempi. Anche la capitale austriaca riscopre tradizioni, in realtà mai perdute. Tra mélange e viennesi, ovvero caffè macchiati o con panna e cacao, si riscopre il piacere di trascorrere del tempo, riscaldando cuore e palato, nelle tipiche kaffehaus: bar tutelati dall’Unesco e famosa istituzione locale, nata addirittura durante l’assedio dell’Impero Ottomano (1683).
Un classico rito, trasformato in esperienza al Cafè Sacher, dentro all’omonimo hotel, tripudio di velluto e boiserie, dove nel 1832 è nata una delle torte più famose al mondo. Un gioiello di voluttuoso cioccolato e albicocca per viaggiare nel tempo. Ma soprattutto nello spazio della nostra più felice e radicata memoria.