Prima erano solo periferie urbane. Oggi volando oltreoceano, verso la remota Australia, è la vibrante Melbourne, nello stato di Victoria, a tenere banco, in pieno centro città, con migliaia di disegni, graffiti e murales, tutti da scovare e instagrammare.
Negli stretti vicoli di downtown si alternano senza soluzione di continuità walking tour guidati da giovani artisti locali per ammirare da vicino moderne opere d’arte impresse sui muri a caratteri cubitali, quasi tutte ispirate al poliedrico universo musicale e alle sue sfavillanti celebrità. Si parte da Meyers Place, uno dei vicoli più antichi della metropoli, convertito dall’artista Mike Makatron in una gigantesca quanto verdissima foresta urbana, ribattezzata “Jungle Funk”. In pochi passi, ecco Duckboard Place, un’altra fotografata istituzione nazionale, dove stencil e maestosi disegni nascondono un’acclamata rarità: un topolino che si lancia con il suo paracadute, firmata, già in tempi non sospetti, dal più celebre street artisti al mondo, ovvero Banksy. Nella vicina AC/DC Lane tutto celebra l’omonima band australiana, dalla scultura che omaggia la rockstar Bon Scott al murales raffigurante Malcolm Young. Non è da meno la famosa Hosier Lane, caleidoscopica galleria d’arte in continua evoluzione.
Murales e graffiti che abbattono muri, barriere, pregiudizi, sancendo epocali rivoluzioni che hanno cambiato per sempre la nostra società. Altri, dall’atmosfera onirica costruiscono mondi e universi paralleli dove sembrano non esistere divisioni e avversità. In Europa è la tedesca Berlino a sfoggiare chilometri di gallerie en plein air dove colori, scritte, disegni si sovrappongono rafforzando sfumature e pensieri, cromatismi e desideri.
Nella East Side Gallery, dove si trova ancora 1,5 km di quel muro che divideva fino al 1989 in due la città, si viaggia nel tempo ripercorrendo la storia di un intero paese, dal famoso bacio tra Erich Honecker e Leonid Brežnev, trasformato in uno dei murales più fotografati al mondo, il “Fraternal Kiss”, dall’artista Dmitri Vrubel, all’inconfondibile Trabant che sfonda una parete, macchina simbolo della DDR, regalata ai posteri nell’opera ‘Test the Rest’ della talentuosa Birgit Kinder. Per concedersi il gusto di assaporare colori e vibranti microcosmi impressi su edifici, ex fabbriche e blocchi di cemento, c’è il quartiere bohémien di Kreuzberg, scrigno vivente di innumerevoli capolavori, come l’Astronauta del 2007 di Victor Ash e “Leviathan” dell’artista italiano Blu a Oberbaum Brücke. Lasciano senza fiato le gigantesche immagini corali regalate alla capitale tedesca dall’artista francese JR che ritraggono volti, sguardi ma soprattutto le rughe degli anziani berlinesi, gigantesche foto impresse ad affetto sulle profonde crepe di palazzi in stato di degrado. Murales che diventano memoria, resilienza alle difficoltà.
Un giro del mondo che prosegue a colori, assaporando con calma muri e murales che spesso cambiano, si sovrappongono, trasformano e riqualificano intere aree, alcuni invitando a non dimenticare la storia di un luogo e dei suoi protagonisti, altri traghettando nella contemporaneità gli insegnamenti della tradizione. Succede a Bruxelles dove i graffiti diventano espressione dell’arte fiamminga o invitano le nuove generazioni a esplorare arti, solo in apparenza in disuso, come quella dei fumetti, raccontandoli e omaggiandoli su muri, pareti, palazzi. E con oltre 700 fumettisti il Belgio è il luogo dove ricostruire e ripercorrere, a colpi di vignette, la storia della nona arte. Dalle famose strisce dalle nuance pastello che illuminano il civico 33 di Rue de l’Étuve con l’inconfondibile Tin Tin, personaggio nato dalla matita dell’illustratore Hergé, ad Asterix e Lucky Luke, l’uno di casa al n.33-35 di Rue de la Buanderie, l’altro al civico 40 della stessa via. Gli appassionati d’arte fiamminga assaporano invece i graffiti dedicati ai capolavori di Pieter Bruegel il Vecchio e realizzati a partire dal 2019 per i 450 anni dalla sua morte (1569): i più scenografici sono in Rue du Chevreuil 14-16 e in Rue de la Rasière, 32.
Linee di colore che dipingono l’orizzonte sempre più a nord. Anche la norvegese Oslo, capitale dove ogni anno si assegna il Nobel per la Pace si celebrano fratellanza, integrazione e inclusione a colpi di vibranti muri ed edifici dalle nuance accese dedicati alle più celebri personalità premiate nei decenni e in tutti gli ambiti: da Nelson Mandela (1993) ad Albert Einstein (per la fisica, 1921) e Marie Curie (fisica 1903, chimica 1911). Osservarli da vicino si può, al n.21 di Gaustadalléen, arteria a due passi dal campus universitario di Blinden, nel quartiere del Nordre Aker. L’alternativa Grünerløkka, la zona più trendy della città è tutta un disegno corale impresso da molteplici mani, mentre il quartiere artistico Tøyen, dove ha sede il Museo Munch, quello di Storia naturale e il Giardino botanico attirano per il grande murales “Urlo di Munch”, dell’illustratore norvegese Steffen Kverneland.
Spostandosi in Irlanda del Nord, è Belfast a dipanare il racconto della street art e a renderne visibile la sua storica evoluzione, da strumento di dissenso, creato dagli unionisti all’inizio del ‘900, a galleria d’arte per non dimenticare il passato. Si ripercorrono tensioni politiche e religiose ma anche simboli e desideri di pace e speranza attraverso oltre duemila graffiti la maggior parte dei quali concentrata a Gaeltacht Quarter, il quartiere nella West Belfast: a Falls Road è d’obbligo cercare il “Solidarity Wall”, muro della solidarietà dedicato a Bobby Sands. Nell’area orientale ci si imbatte in creazioni dedicate al Titanic, costruito in città. Si trovano curiosando con calma in Dee Street e in Newtownards Road. Poi il giro continua, in ogni piccolo e grande angolo delle nostre città, basta riappropriarsi del gusto di osservare con curiosità.
Bruxelles: n.33 di Rue de l’Étuve, n.33-35 e n.40 di Rue de la Buanderie, Rue du Chevreuil 14-16 e in Rue de la Rasière, 32
Oslo: n.21 di Gaustadalléen a Nordre Aker, Grünerløkka, Tøyen
Belfast: Gaeltacht Quarter, Falls Road, Dee Street, Newtownards Road