Ghost Town: dal vecchio West in USA alle antiche miniere del Cile

Il piacere di scoprire luoghi intatti e disabitati, riscoprirne la storia.
By Redazione

Stropicciati avamposti di frontiera sulle montagne più remote della California, in quel cuore selvaggio del vecchio West abitato un tempo da leggendari cowboy in perfetto stile western alla Sergio Leone. Ma anche vivaci cittadine, simbolo ieri di ricchezza e operosità, avvolte oggi dalla patina di un tempo che sembra averle dimenticate per sempre, fermando le lancette nel momento esatto in cui sono state abbandonate, facendole scomparire di fatto dai radar di un turismo che vive di mappe, percorsi, itinerari battuti e conosciuti. Le chiamano “ghost town”, città fantasma, villaggi spesso perfettamente preservati, luoghi che raccontano storie di rapida ascesa e di declini così improvvisi da non permettere neanche a chi li abitava ogni giorno di portare via con sé oggetti, ricordi, vestiti, segni e testimonianze di una vita. Microcosmi, dove mistero e malinconia coesistono da secoli o decenni, alimentati e tenuti in vita dall’immaginazione di chi li cerca, li scopre, li visita, aggirandosi tra vicoli e abitazioni abbandonate, dove il passaggio dell’uomo però è ancora visibile.

 

Celebri e affascinanti le Ghost Town della California, dove l’abbagliante corsa all’oro ha creato, per poi abbandonare, villaggi e cittadine avvolte oggi da sabbia, ruggine e polvere, come Bodie,  avamposto dal fascino magnetico, fondato nel 1859 vicino a un giacimento d’oro. Un puzzle di basse casette in legno, molte delle quali con mobili, ricordi e cimeli di chi, carico di speranze, vi ha abitato per anni, per poi scappare via, verso un’altra destinazione, sperando nella fortuna di un futuro più luminoso. Aggirandosi oggi in questo fazzoletto di terra, un pugno di abitazioni che hanno fatto la storia del Far West, equivale a riscoprire il piacere di sfogliare un avvincente romanzo, lasciare libera la fantasia di immaginare volti, vite, amori, ipotizzare alternativi finali.
Un centinaio gli edifici ancora conservati dove nel 1880, l’apice della fortuna e della fama di Bodie, abitavano circa 1000 persone, medici, insegnanti, lavoratori e cercatori d’oro con le loro eleganti automobili, oggi avvolte da una ruggine che non corrode però fantasia e immaginazione. 

Ruggine, polvere, sabbia e il cigolio di ferro e lamiere sono il fil rouge di un’altra celebre città-fantasma, la miniera di salnitro ad Humberstone in Cile, ex villaggio operaio sorto vicino a Iquique, una delle capitali mondiali del surf, nel nord del paese.
Aride colline, scolpite e cesellate dal tempo, fanno da set a vecchi e fatiscenti edifici, dalla chiesa al teatro, fino al parco giochi, al comune, al campo da calcio. Luoghi un tempo densi di vita, musei oggi a cielo aperto ricomparsi sulle mappe per la bellezza struggente che sanno evocare, per l’importante testimonianza di vecchi stili di vita e avvenimenti storici. Affascinante e spettrale visitarli oggi avvolti da un surreale silenzio che sembra sussurrare i nomi di chi era solito aggirarsi tra vicoli, edifici e stanze dove è ancora possibile ammirare fotografie, lattine, giocattoli, piccoli indizi e tasselli che ci aiutano a ricostruire l’identità di altre vite, altri passati.  

Anche l’adiacente raffineria di  Santa Barbara custodisce storie che vale la pena ascoltare, aneddoti di operai che tra traballanti travi di fortuna hanno trascorso la propria esistenza per poi abbandonare quel luogo e costruirne una nuova altrove.     

 

Le soffici montagne di dune sabbiose che hanno consacrato la Namibia, in Africa, tra le mete più desiderate di sempre per un viaggio avventuroso, fanno da quinta a un’altra spettacolare ghost town: Kolmanskop, in afrikaans “La collina di Coleman”, fiorente cittadina di minatori dove negli Anni ’20 si estraevano preziosi diamanti, diventata oggi una spettrale attrazione che genera stupore. Qui la natura si è riappropriata dei suoi spazi, di quanto un tempo gli è stato momentaneamente tolto. In questo angolo remoto di mondo, non c’è più traccia dello splendore e della vivacità di un tempo, dalla sala da ballo al palazzetto dello sport fino all’ospedale, tutto è avvolto ora da milioni di granelli di sabbia. Un museo di storia en plein air che merita di essere visitato almeno una volta nella vita.  

 

Anche il Bel Paese vanta una nutrita selezione di affascinanti ghost town: villaggi e cittadine che meritano di essere visitate, per non dimenticare chi un tempo vi ha abitato, ma anche visionarie attrazioni che non hanno mai visto davvero la luce, se non per pochi anni, diventando invece oggi nel declino meta di writer, street artist, viaggiatori curiosi. Monumenti che ripercorrono la storia del nostro paese e dei suoi protagonisti. Dal borgo- fantasma di Craco, villaggio abbandonato a causa di una frana e costruito su vertiginosi speroni di roccia in provincia di Matera in Basilicata, a Consonno, frazione del comune di Olginate, in provincia di Lecco, ex “Las Vegas della Brianza” oggi tutta ruderi e fatiscenti, quanto curiose, strutture, fino all’antica Monterano nel Lazio, usata dal cineasta Mario Monicelli come set per una scena del celebre “Marchese del Grillo” interpretato da Alberto Sordi.    

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