Molti ricorderanno i comunicatori o i PADD dell’universo di Star Trek: oggetti di un futuro per l’epoca ancora troppo lontano, eppure quei dispositivi divennero in qualche modo reali con la creazione di cellulari o tablet.
Sempre nell’iconica serie si parlava di replicatori in grado di realizzare cibi o oggetti partendo a energia pura o da materia inerte: vi ricordano qualcosa?
Si parla di evoluzione e rivoluzione: la medicina, l’architettura o l’accesso stesso dei beni primari da parte del consumatore, sono le applicazioni dove i ricercatori stanno puntando tutto.
Sappiamo che la stampa 3D viene utilizzata in ambito medico per la realizzazione di protesi su misura o impianti dentali, con costi e tempi ridotti. Tutto ciò però non basta: gli scienziati che lavorano nella medicina rigenerativa sognano da sempre di poter creare facilmente nuovi organi, sogno che piano piano sta diventando realtà.
Ad aprire la strada è il Dr. Sam Pashneh-Tala dall’Università dello Shefield, la cui ricerca utilizza la stampa 3D stereolitografica (SLA) desktop per produrre vasi sanguigni di ingegneria tessutale con una varietà di geometrie. Ciò consentirà la progettazione di innesti vascolari specifici per il paziente, migliori opzioni chirurgiche e fornirà una piattaforma di test unica per nuovi dispositivi medici vascolari.
Sempre rimanendo nel campo della medicina vorrei citare la stampa 4D, ossia il processo attraverso il quale va a modificarsi l’oggetto nato da stampa 3D, in seguito a fattori esterni (temperatura, luce, stimoli ambientali).
Tutto questo è esaltante se parliamo di impianti biomedici, basti pensare alla produzione di un legamento del ginocchio che cambia posizione o dimensione a seguito di un’alterazione della temperatura corporea o di un aumento del peso sui muscoli.
Cambiando applicazione, la stampa 3D si estende fino all’edilizia, fondamentale soprattutto in situazioni di emergenza dove la rapidità e il basso costo fanno da padroni.