Il cloud gaming è una tecnologia che consente di giocare ai videogiochi in streaming, senza la necessità di avere una console di gioco o un computer potente. In pratica, i giochi vengono eseguiti su server remoti, che inviano il flusso video del gioco al dispositivo del giocatore attraverso internet. Il giocatore può interagire con il gioco utilizzando un controller o una tastiera e un mouse, che vengono connessi al dispositivo utilizzato per giocare.
Questo tipo di tecnologia in realtà non è così “nuova” come si può immaginare, perchè è disponibile già da diversi anni e in particolare dai primi anni 2000, ma come spesso accade, per ogni tecnologia c’è un suo tempo, e oggi, grazie alla velocità delle connessioni e alla capacità di elaborazione dei dati, il cloud gaming è diventato una realtà consolidata.
Una delle particolarità più interessanti del cloud gaming è rappresentata dal fatto che in diverse console, attraverso questa tecnologia, è possibile giocare a videogames storici che non trovano più spazio all’interno dei tradizionali scaffali dei negozi specializzati, vuoi per disinteresse dei giocatori, o vuoi anche per incompatibilità con le varie nuove versioni delle console.
I numeri sono confortanti, perchè per le due principali console di gioco sul mercato i giocatori “in cloud” vengono stimati in termini di diversi milioni.
Il cloud gaming può essere utile per molte ragioni. In primo luogo, consente ai giocatori di accedere ai loro giochi preferiti da qualsiasi dispositivo dotato di connessione internet, eliminando la necessità di possedere necessariamente una console di gioco o un computer potente. Questo significa che i giocatori possono giocare ai loro giochi preferiti in viaggio, in ufficio o da qualsiasi luogo in cui si trovino.
Abbiamo parlato di schermi, e la famiglia degli schermi include anche quelli di smartphone e tablet.
Inoltre, il cloud gaming consente ai giocatori di risparmiare denaro, in quanto non devono acquistare una console di gioco o un computer per giocare con qualsiasi titolo. Invece, possono abbonarsi a un servizio di cloud gaming e giocare ai loro giochi preferiti senza alcun costo aggiuntivo.
L’esatto opposto del modello “precedente” che comportava una spesa singola per ogni videogame acquistato.
I contro sono rappresentati dal livello di dettaglio, che per forza di cose viene sensibilmente ridotto se parliamo di streaming del videogioco.
Al pari della fruizione di un video online, quello del gaming in streaming si comporta allo stesso modo, viene compresso per non consumare troppa banda e questo comporta la perdita di qualche dettaglio e della risoluzione migliore.
Ma per chi come me è cresciuto a pane e Unreal Tournament ‘99, non è un dramma così grande, in fondo.
È ovvio poi che non in tutte le parti del mondo il cloud gaming sta prendendo piede allo stesso modo, per questioni prettamente infrastrutturali: non in tutti i Paesi del globo abbiamo una connessione internet così veloce da permettere un’esperienza di gioco uniforme e piacevole. Questo penalizza molte persone e comporta il fatto che il tradizionale modello di acquisto del singolo gioco in negozio per una fruizione “in locale” e senza nemmeno la possibilità di giocare in multiplayer online, non sia del tutto estinta.
Ma con l’avanzare della tecnologia, possiamo prevedere agilmente che il cloud gaming diventi la normalità insieme all’altra consuetudine, ovvero quella dell’acquisto dei giochi direttamente dalle console.
Lo sviluppo di questi trend non solo rappresenta un progresso di tutta l’industry e comporterà anche (forse) la chiusura di alcune catene di negozi specializzate nella vendita di videogames nuovi o usati. Ma cosa ancor più importante riduce drasticamente la quantità di plastica prodotta annualmente che, al passare di moda del gioco, finisce prima in uno scatolone in cantina e poi nell’ambiente.
Le principali società produttrici di videogiochi e console, nel tempo, hanno adottato diverse misure nel tempo per rendere più sostenibili i classici videogames distribuiti tramite cd e custodie in plastica, utilizzando per queste ultime dei materiali sostenibili quali la carta riciclata rinforzata, il cellophane riciclabile e il polietilene a bassa densità.
Il passaggio dalla plastica ad altri materiali non è stato semplice, il più delle volte ha comportato lunghi mesi di ricerca e sviluppo oltre che uno sforzo ulteriore per poter far quadrare i conti senza dover andare a incrementare i prezzi, ma i risultati sono stati esaltanti: era il periodo tra il 2019 e il 2020, e andando a prendere in esame le iniziative di 3 tra le principali aziende produttrici di videogames e accessori, si stima un risparmio di ben 80 tonnellate di plastica.
A quei tempi, non troppo distanti, venne stimato anche un risparmio in termini di trasporto e distribuzione visto che i nuovi packaging più sostenibili avevano un peso ridotto rispetto a quelli tradizionali.
Con il cloud gaming edil download diretto dei giochi dalle console, uno studio chiamato Console Carbon Footprint, ha stimato che il vecchio modello basato sulla produzione fisica dei videogiochi e delle loro custodie ha un impatto 20 volte superiore rispetto al semplice download.
Quindi rinunciando all’acquisto del supporto fisico del gioco, possiamo ridurre la nostra impronta di carbonio del 95,6%, basti pensare che un videogioco fisico emette 0,39 kg di CO2e (CO2 equivalente) mentre il download ne emette solamente 0,017 kg.
Il cloud gaming quindi ha un duplice impatto positivo sul pianeta, elimina quantità importanti di CO2 nella nostra atmosfera ed evita che tonnellate di plastica finiscano nell’ambiente e nel mare causando tutti i problemi di cui sentiamo quotidianamente parlare.
Il progresso digitale e tecnologico, ad oggi, deve necessariamente andare nella direzione della sostenibilità ambientale, perché l’unica forma di futuro certo è quella che vede una riduzione decisiva del nostro impatto sul Pianeta.